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Carcere, misure alternative raddoppiate in 5 anni. "Usciti dall’emergenza"


Sul carcere in Italia c’è stato un “salto di qualità”. E’ quanto sostiene il ministro Orlando, rispondendo al question time. Al 31 dicembre 2015 detenuti scesi a quota 52.164. Oltre 39 mila in regime di esecuzione esterna, quasi 18 mila in più dal 2010 (+100%)

14 gennaio 2016- redattore sociale

ROMA – Sul carcere in Italia c’è stato un “salto di qualità”: “siamo usciti dall’emergenza”. E’ quanto sostiene il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, rispondendo oggi al question time e sottolineando il raddoppio in cinque anni di detenuti in esecuzione penale esterna, oltre ad una sensibile riduzione della popolazione carceraria. “Il bilancio che può tracciarsi all’esito del primo anno di applicazione delle norme che hanno introdotto sanzioni non detentive è decisamente incoraggiante – ha spiegato il ministro -. Al 31 dicembre 2015 la popolazione carceraria è scesa a 52.164 detenuti, di cui sono ben 39.274 i soggetti che si trovano in regime di esecuzione esterna”.

I dati snocciolati dal ministro sono incoraggianti, anche se “resta molto lavoro da fare”, precisa Orlando. “A fine 2010, l’anno in cui venivano notificati i ricorsi Torreggiani al governo italiano – spiega il ministro -, il numero dei soggetti in esecuzione penale esterna era di 21.494 ed erano 67.971 i ristretti in carcere. Una crescita di quasi 18.000 unità in termini assoluti, e quasi del 100 per cento in termini percentuali.Ciò significa che nel ridurre la popolazione carceraria non abbiamo generato impunità, posto che il numero di detenuti trattati dal sistema penale che è rimasto grossomodo invariato. Ciò che è cambiato è la cultura di esecuzione della pena. E questo risultato si deve anche al lavoro straordinario svolto dalla magistratura e dalla polizia penitenziaria, e all’apporto degli enti locali, chiamati sempre più spesso ad offrire possibilità di lavoro esterno per i detenuti, come peraltro si sta sperimentando in occasione dell’anno giubilare in corso proprio un progetto di carattere significativo su questo tema”.


Anche sul tema lavoro arrivano dati positivi, spiega il ministro. “Le convenzioni stipulate nel corso del 2015 hanno reso disponibili 12.687 posti di lavoro per lo svolgimento di carattere ripartivo”. Secondo il ministro, inoltre, “a fine 2015 i detenuti ammessi al lavoro esterno erano 1.413 mentre la sanzione della messa alla prova era in corso in favore di 6.557 condannati, in luogo dei 505 destinatari della misura al 1° gennaio dello stesso anno. Anche il dato delle misure eseguite nell’intero periodo – pari a ben 9.690 – descrive un trend assolutamente positivo, dimostrando altresì da parte di avvocati e magistrati la condivisione di una comune cultura innovativa, concretamente orientata nella prospettiva di cambiamento e di attuazione del dettato costituzionale”.


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