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Congresso Sappe, Orlando: Pene alternative aumentate del 100% negli ultimi due anni


(AGENPARL) – Napoli, 18 gen 2016 – “Quella delle misure alternative al carcere è una strada che abbiamo iniziato a intraprendere, per svilupparle è necessario far sì che sia coinvolta sempre di più la polizia penitenziaria”. Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando, a margine del congresso nazionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (SAPPE). “La polizia penitenziaria – ribadisce – deve essere la polizia dell’esecuzione della pena, non soltanto il carcere. Questo è il senso della discussione avviata che si incrocia perfettamente con il lavoro che stiamo facendo”. Al riguardo Orlando ricorda che “le pene alternative nell’arco degli ultimi due anni sono aumentate del 100%, tanto che oggi, se è diminuito il numero dei detenuti, non è diminuito il numero complessivo delle persone sottoposte a esecuzione penale. Questo è un dato importante”, ha concluso Orlando.




(Agi)_ Napoli 19 gennaio 2016


Non soltanto il carcere, ma forme alternative di detenzione, questo il tema della discussione avviata dal ministero della Giustizia. Per fare ciò, sostiene il ministro Andrea Orlando, occorre "un maggiore coinvolgimento della polizia penitenziaria per attuare misure alternative al carcere". "È una strada che abbiamo iniziato a intraprendere e per svilupparle è necessario far si che sia coinvolta sempre di più la polizia penitenziaria, che deve essere la polizia dell'esecuzione della pena", spiega il Guardasigilli a Napoli per un appuntamento del Sappe.

Nell'arco degli ultimi due anni, "vorrei ricordare - evidenzia il ministro - che le pene alternative sono aumentate del 100%, tanto che oggi se è diminuito il numero dei detenuti non è diminuito il numero complessivo delle persone sottoposte a esecuzione penale" e "questo è un dato importante". Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, c'è da auspicare inoltre "un carcere diverso che sia rieducativo, su cui si punti per più misure alternative alla detenzione, come quella domiciliare, lavori di pubblica utilità". L'obiettivo è anche "creare un carcere invisibile sul territorio - sostiene Capece - per chi commette un reato lieve ed un carcere piu rieducativo, quest'ultimo riservato a detenuti che commettono reati gravi



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